Le briccole sono grossi pali disseminati su tutta la laguna di Venezia e che, a gruppi di tre a tre, indicano i canali navigabili all’interno dei quali la profondità dell’acqua è tale da poter essere navigabile anche in condizioni di bassa marea.
Vengono piantate ai bordi dei canali che altrimenti, per i neofiti della laguna o in condizioni di nebbia o mal tempo, non sarebbero riconoscibili e molte imbarcazioni si potrebbero trovare in difficoltà con il basso fondale e quindi arenarsi, trovarsi in secca, impossibilitate a muoversi.
All’incrocio di più canali si trova la “dama”, un fascio di bricole nel mezzo della quale ne è piantata una più alta. Solitamente su quest’ultima si trova una luce di segnalazione ed eventualmente il cartello della velocità massima consentita nel canale che ci si appresta a navigare.
La laguna veneziana è stata molto precocemente un importante incrocio di itinerari commerciali terresti, fluviali e marittimi, snodo delle comunicazioni e delle rotte tra Oriente e Nord Europa.
Le briccole fin da allora furono utilizzate dai naviganti per orientarsi e per ottenere alcune informazioni di quel difficile tratto di mare, come la profondità del fondale e l’alternarsi delle maree.
Tutt’ora questi pali lagunari sono essenziali per la regolamentazione della navigazione e fungono da vero e proprio sistema stradale, indicando percorsi e canali navigabili, oltre che essere utilizzati per l’ormeggio.
L’origine del nome “Briccole” è incerta, ma sembra che derivi da brezza (vento), ed è proprio il vento, insieme ai cicli primordiali di acqua e terra, a determinare il ruolo delle maree e il mescolarsi di acque dolci e salate e a rendere questo patrimonio unico al mondo.
Il “Bragozzo” è uno dei simboli più conosciuti di Chioggia. Si tratta di una barca tradizionale chioggiotta nata intorno al ‘700 e sostituita negli anni ‘60 dai moderni pescherecci. Il Bragozzo nacque come barca da pesca in laguna e successivamente resa adatta anche alla pesca in mare. Caratteristica è la prua rotonda, la poppa tozza ed il fondo piatto. Misura 15 m. di lunghezza e lo scafo viene decorato solitamente con immagini religiose, così come le vele trapezoidali (vele al terzo), confezionate dagli stessi pescatori con le donne di famiglia, molto colorate e personalizzate per riconoscere ogni barca da lontano. Collocato sopra l’albero maestro trova posto il “Penèlo”, antico segnavento in legno traforato. Il “Penèlo” era costituito da tre riquadri: nella parte bassa i santi patroni Felice e Fortunato, nella parte centrale gli strumenti della passione del Cristo (la croce, la scala, la lancia, il gallo sulla colonna, la pertica con la spugna), nel riquadro superiore le immagini di due uccelli (“fenisse”, la fenice, uccello leggendario che risorge dalle sue ceneri) e due cerchi simboleggianti il sole. Il “Penèlo” vuole proteggere ed anche sfidare i pericoli del mare.
I “Bragozzi” ed altre barche venivano costruiti nei “Squeri” della città, piccoli cantieri navali gestiti da maestri che tramandavano la tradizione di padre in figlio. Le prime fasi di costruzione avvenivano a porte chiuse in un edificio chiamato ténza ed una volta pronte venivano varate con festa e benedizione.
Le barche venivano costruite con legno adatto all’acqua, quercia o rovere, larice ed abete invece venivano utilizzati per il fondo delle barche leggere. Gli alberi erano in pino ed i remi in faggio. Il “maestro d’ascia” decideva lo spessore e le dimensioni delle tavole in legno e le “maestranze” eseguivano.
Nel 1867 a Chioggia sorgevano 41 “Squeri”, oggi ne rimangono una decina.