Cosa vedere a Chioggia
Carta d'identità
Chioggia, già capitale del sale nel medioevo, poi seconda città del Dogado della Repubblica Serenissima, è situata all’estremità meridionale della Laguna di Venezia in una posizione geografica singolare, tra mare e laguna.
La sua collocazione nell’ambito della Laguna di Venezia e per la singolarità del suo sito paesaggistico e ambientale può vantare il riconoscimento straordinario dell’Unesco, che nel 1987 l’ha inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità. Inoltre per il suo significativo patrimonio mondiale storico e artistico, si fregia anche del titolo di “Città d’arte”.
Di particolare interesse il centro storico, esempio di pianta urbana citatissimo da studiosi e scrittori, per la sua caratteristica forma, la classica “spina di pesce”, in cui le linee verticali della piazza e dei canali interni ed esterni (Nord -Sud) s’intersecano con quelle orizzontali delle calli allineate con un ordine regolare (Est-Ovest), di una funzionalità straordinaria rispetto al mestiere tipico, la pesca.
Solcata da tre canali su cui si affacciano palazzi e case in stile veneziano. Quello centrale, il Canal Vena, è attraversato da nove ponti. Il centro storico con le sue chiese, e suoi musei, rappresenta un vero e proprio scrigno di opere d’arte per ogni epoca e stile.
Chioggia nella storia
Anche Chioggia, come tante altre città d’antica origine, non si sottrasse al vezzo di cercare nel mito e nella leggenda le proprie radici.
Essendo Clodia l’antico nome della città, a lungo persistette la leggenda che la considerava come una fondazione di un reduce della guerra di Troia, un certo Clodio che, assieme ai compagni di Enea, Antenore e Aquilio, sarebbe approdato nella penisola italica.
Altri riferimenti toponomastici di nomi di origine antica come Lusenzo, Perottolo, Bebe, Evrone, alimentarono invece la credenza di un insediamento pelasgico risalente al 2000 a.C. da parte di genti provenienti dalla Tessaglia.
Sopravvive poi, ancora oggi, una credenza nella cultura popolare dei pescatori che racconta di un’antica Chioggia sommersa, sprofondata a circa un miglio e mezzo dalla costa: una sorta di Atlantide, localizzando l’evento in un’area precisa, oggi “zona di tutela biologica”, conosciuta con il nome delle “Tegnùe”, dove spesso i pescatori perdevano le loro reti, trattenute da ostacoli “misteriosi”.
Una credenza che oggi trova una spiegazione scientifica nella particolare natura di quel fondale formato da affioramenti rocciosi di carattere organico sulla cui origine gli studiosi hanno elaborato tesi affascinanti, come quella di un’antica linea di spiaggia, risalente a 3900 anni fa, quando la terraferma si presentava molto più avanzata rispetto al mare.